venerdì, agosto 03, 2012

La casta senza pudore

Facciamo presto a parlare di crisi. Di sacrifici, di tagli, di difficoltà. Di spending review. Poi leggi una notizia che non è quasi trapelata, in queste ore. Si chiama "legge mancia". E' un emendamento (bipartisan) della citata spending review e riguarda il fondo spesa dei parlamentari. Che viene ridotto di 30 milioni subito (da 100 a 70). Che bravi, diremmo. Poi scopriamo, però, che nel 2013 sarà aumentato di 40 milioni (da 50 a 90). Facciamo due conti: se non avessero "tagliato", il fondo sarebbe stato di 100 + 50 = 150 milioni in due anni. Ora invece, siccome "tagliano", il fondo sarà di 70 + 90 = 160 milioni. Esito: 10 milioni in più. Come ci si può fidare ancora della casta politica? Come si può credere che questa gente riesca, un giorno, a portarci fuori dal guado? Ora sbandiereranno che hanno tagliato. Senza dirci che l'anno prossimo recupereranno tutto con gli interessi. Senza vergogna, senza scrupoli. Più che l'orchestrina del Titanic somigliano a Tarek Aziz nei giorni della caduta di Saddam. O agli sciacalli che si mettono in tasca le posate d'argento quando la casa va a fuoco.

venerdì, maggio 18, 2012

Noi, figli di Goldrake

Magari abbiamo anche sorriso nel leggere il report della Coldiretti che ci racconta che l'Italia ha la classe dirigente più vecchia d'Europa, con un'età media di 59 anni. Ovunque, dalle banche alla pubblica amministrazione, dalla politica all'università finendo addirittura nel settore privato, le leve del potere sono saldamente nelle mani di intramontabili sessantenni, settantenni e addirittura ottantenni che non ne vogliono proprio sapere di cedere il posto. La chiamano gerontocrazia ed è uno dei mali di questo paese. Ma di chi è la colpa? Di questi arzilli signori dai capelli bianchi, magari già pensionati ma furbamente "consulenti", o di chi ha molti anni in meno? Ci pensavo stamattina ascoltando con tristezza i successi della fu Donna Summer, prima icona musicale di chi, come me, nasceva alla fine degli anni sessanta ed ha superato di poco i quaranta. E mi sono sentito chiamato in causa. Già, perchè la colpa è nostra. E' colpa di questa generazione, quella dei quarantenni. Una generazione che ha fallito in pieno il naturale ricambio generazionale. Gente adulta, con famiglia, costretta ancora oggi a togliersi il cappello dinanzi alla generazione dei propri genitori. Noi quarantenni, noi "figli di Godrake" (come amo chiamarci, perchè da bambini urlavamo "lame rotanti" sognando "Atlas ufo Robot"), abbiamo fallito, abdicando al naturale impegno di farci carico di questo Paese. Forse abbiamo dato tutto troppo per scontato e adesso, quando ci viene tolto pezzo per pezzo, non abbiamo nemmeno la forza di incazzarci. Rassegnati a tutto, addirittura ad aver perso il diritto alla pensione. C'è molta più vitalità nei ventenni, tra i quali si respira una voglia di riscatto, di autodeterminazione. Saranno loro a cacciare questi baroni inamovibili. Noi quarantenni, invece, staremo ancora una volta a guardare. Aspettando che scenda dal cielo un Mazinga o un Jeeg a salvarci.

giovedì, marzo 01, 2012

Ciao, Lucio

Me lo ricordo girare tranquillamente tra le decine di persone nel backstage del Festivalbar 1999, unico artista a strafregarsene di giornalisti e affini. Era insofferente ma, sotto sotto, si divertiva. Non rilasciava interviste ma parlava e scherzava con tutti. "E' un gulag", diceva del backstage. Ci parlai un momento e mi chiese, sgranando gli occhi, "ma che cazzo stai mangiando?". "Una caramella alla menta", risposi basito. "Ma che roba è? Sembra medicina!". La sputai ridendo. E poi commentò che il mio collega di spedizione somigliava al figlio di un suo amico. Era così, terribilmente alla mano. Vagava nel corridoio borbottando di tutto. Un matto, in un certo senso. Ma un matto capace di rivoluzionare la musica italiana con una sequenza di canzoni sbalorditive. Da "4/3/43" ad "Anna e Marco", da "Piazza Grande" a "Nuvolari", da “L’anno che verrà” a “Futura”. Era dotato di una voce eccezionale e riusciva a fondere vari stili, jazz compreso, in uno stile personale e felicemente di successo. Ha segnato la musica italiana anche attraverso le collaborazioni, le più riuscite con De Gregori e Ron e, poi, con Morandi. Ci ha donato una delle canzoni più belle della nostra storia, quella "Caruso" che ha fatto il giro del mondo, un capolavoro assoluto. Era un personaggio atipico, genialmente irriverente. Celebri i suoi berretti, il suo irsutismo, la sequenza di foto che lo ritrae in mille smorfie. Sdoganò la masturbazione in "Disperato erotico stomp" e lo ricordo in un'intervista Rai che rilasciò seduto sul water. Capace di cantare "Attenti al lupo" o "Ciao" e, da questa leggerezza, toccare vertici poetici come "Apriti cuore" o "Se fossi un angelo". A pochi giorni dalle sue esibizioni all'Ariston insieme a Pierdavide Carone, Lucio Dalla è morto, stroncato da un infarto a Montreux, in Svizzera, dove si trovava in tour. Una morte tanto comune quanto inaspettata, che ci ha lasciati come tramortiti. Se ne va un grande, uno dei cantautori storici che lasciano un vuoto incolmabile quando decidono di levare le tende. Era molto amato, era popolare ed elitario allo stesso tempo. Era, insomma, Lucio Dalla. Cantautore ma anche personaggio. Artista a tutto tondo e icona moderna per il suo aspetto bizzarro. Ci mancherà. Ciao, Lucio. Quelle caramelle, a proposito, non le ho più mangiate.

venerdì, novembre 25, 2011

Misure impressionanti

Nonostante il nuovo governo, un'agenzia di rating come Fitch ci considera già in recessione. Strana Italia, quella di questi giorni. Con l'uscita di scena di Berlusconi e la nascita del governo Monti, sembra che la politica si sia ammosciata. O, forse, si è normalizzata. Di certo, senza il Cavaliere, anche i talk show politici non tirano più come un tempo. Una sorta di noia pare imperare, mentre si attendono le misure del governo Monti. Quelle misure che, per ora, sono note a pochi intimi. Come la Merkel. "Misure impressionanti", ha detto, scatenando la satira. Sarebbe auspicabile che, prima o poi, queste misure le conoscessimo anche noi. Al più presto, giusto per avere il tempo di digerirle senza rovinarci il Natale.

mercoledì, novembre 16, 2011

Nuovo governo

Nel giro di pochi giorni, quindi, è cambiato tutto. La politica ha fatto due passi indietro: il primo, il più rilevante, rappresentato dall'uscita di scena di Silvio Berlusconi, che ha rassegnato le dimissioni sull'onda della tempesta finanziaria che sta ancora facendo tremare le ginocchia all'Italia. Il secondo si è verificato oggi, con il giuramento del governo di Mario Monti che, contrariamente alle ultime voci, ha nominato un esecutivo esclusivamente tecnico, con la conseguente assenza di qualsiasi personalità politica. Monti, quindi, è equidistante dai partiti, sebbene il suo governo sarà sostenuto dall'intero Parlamento, Lega esclusa. I mercati attendono la sua azione, dalla quale dipende la sorte dell'Italia e pure, in questo perverso domino finanziario, quella dell'Europa e della sua moneta unica. Insomma, siamo tutti ad attendere i passi di questo nuovo governo. I giornalisti si dilettano a fare ipotesi di ogni tipo. Ma di certa c'è solo una cosa: saranno tempi duri. Non conosciamo nulla o quasi dei piani di Monti, ma sappiamo che la nostra sopravvivenza in Europa (leggi evitare il default) sarà conseguenza di una serie di sacrifici come non se ne vedevano da anni. In altre parole, qualcuno ha svuotato la dispensa e a tutti tocca pagare il conto. C'è solo da sperare che il conto lo paghino davvero un po' tutti. Perchè se i sacrifici non saranno condivisi da tutti gli italiani, commisurandoli alle possibilità reali di ognuno, difficilmente saranno digeriti. E, altrettanto difficilmente, avranno successo. Monti tenga conto di questo e sia abbastanza tenace da non cedere ai tanti piccoli interessi corporativi. Mai come ora, l'Italia ha bisogno di provvedimenti equi e razionali.

mercoledì, novembre 02, 2011

L'esperimento Santoro

Al di là delle opinioni politiche, quello che avverrà domani sera è da considerarsi un evento da osservare con grande interesse. Per la prima volta, un programma guidato da un popolare anchor-man italiano, Michele Santoro, andrà in onda su una serie di canali del digitale terreste (per il Veneto i canali 11 e 13) in diretta concorrenza con le trasmissioni delle corazzate storiche di Rai e Mediaset. Quello che succederà segnerà un punto di svolta e, probabilmente, la prima vera prova che la moltiplicazione dei canali avvenuta con il digitale potrebbe rompere il dominio trentennale del duopolio. Se gli ascolti di "Servizio pubblico" dovessero essere consistenti, sarà il segnale che anche le piccole televisioni, una volta coordinate e coalizzate, potranno mietere successi rubando grosse fette di pubblico alle reti tradizionali. Un po' quello che accadde proprio con le reti locali unite in network, ossia l'ossatura iniziale di Canale 5, che negli anni '80 divenne il competitor della Rai. Se gli esperimenti sul web (e Santoro ne fece uno di successo con "Rai per una notte") possono ancora essere di nicchia e per un target tecnologicamente agile, la partenza di "Servizio pubblico", essendo accessibile a tutti, sarà, lo ripetiamo, la prova del fuoco per la nascita di una televisione alternativa. Un po' quello che sta già accadendo con La7. Insomma, la televisione è destinata a cambiare e gli ascolti deludenti di "Distretto di polizia 11" o del "Grande Fratello 12" sono lì a testimoniare che certi format, un tempo sicuri, oggi non funzionano più.

giovedì, ottobre 27, 2011

Di cambiamenti climatici e di balle

Ma è proprio il cambiamento climatico ad essere la causa di tutti i disastri legati al maltempo, l'ultimo dei quali ha causato cinque morti in Liguria, devastando un gioiello come le Cinque Terre? E' veramente il pianeta che si rivolta a causa dell'influenza dell'uomo, scatenando fenomeni atmosferici inediti? Stiamo diventando un continente monsonico? O sono tutte balle? Il dibattito sul tema si trascina da oltre due decenni, dall'avvento dell'"effetto serra" sino alle stranezze meteorologiche che si sono verificate un po' ovunque. Ci sono quelli che parlano di catastrofe inevitabile e quelli che dicono che le cose non sono esattamente così. Si accapigliano, oltre che i politici, pure gli scienziati. Ma, mentre ripercorriamo le immagini che ci mostrano la cancellazione di una perla come Monterosso, ci chiediamo quanta responsabilità abbia veramente il clima e quanta invece lo sfruttamento indiscriminato del territorio, la cementificazione, l'edificazione in prossimità dei fiumi e via dicendo. Anche il Veneto ha pagato in tempi recenti il suo tributo. Pensiamo a quello che è accaduto a Mestre e Marghera nel 2007 o a Vicenza nel 2010. Quanto è stata colpa della pioggia e quanta del fatto che appena cadono un paio di gocce si allaga tutto? Pochi alberi, poca nuda terra in grado di assorbire l'acqua. Se versiamo un litro d'acqua sulla spiaggia otteniamo un effetto diverso dal versarla sul pavimento di casa, no? La sabbia trattiene, il pavimento no. Ecco: stiamo trasformando il mondo in un unico enorme pavimento. In una vasca da bagno senza sponda. E poi diamo la colpa al clima, alla "pioggia torrenziale". Perchè, da bambini non avete mai visto una pioggia torrenziale? Sono arrivate solo adesso?